Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto di un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi. (P. Neruda)

Oggi sono in vena di cinismo, visto che c'è chi mi accusa di romanticismo alla mano. Non credo di essere e di aver espresso solo romanticismo e idealismo e questo post ne sarà la conferma.
E' vero, come dice Neruda che chi evita una passione, chi non riconosce quelle emozioni che fanno brillare gli occhi, muore lentamente. Ma noi tutti moriamo lentamente. Come diceva Seneca, ogni giorno la morte è più vicina a noi di un passo. La differenza, son sempre parole di Seneca, sta nel come si muore. Ora visto che tutti devono morire lentamente, che importa che lo si faccia lasciandoci vivere in una passione travolgente, o rimanendo in un vile guscio di abitudini? Ci vuol più coraggio a rimanere ancorati a un passato che non ci dà più nulla, o a cambiare vita e farsi brillare gli occhi in quelli di un altro? Ma chi può dirlo? Qui non si tratta di coraggio ma di scegliere come e perché morire. La morte arriverà ma noi siamo in grado di darle un senso. Ognuno scelga quello che vuole. Un cerchio non diventa quadrato. O forse sì, se davvero lo vuole. E siccome per Kant la nostra volontà è libera, che ognuno liberamente scelga come lasciarsi morire lentamente. Io faccio la scelta di Neruda e ognuno abbia almeno la responsabilità delle sue scelte di vita e di morte.

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